August 10, 2020
Dopo mesi di lockdown è finalmente tempo di ripartenza, tempo di rilancio, tempo di messa in moto, con maggiori consapevolezze e maggiore addestramento qualora ci si dovesse mai scontrare con una nuova pandemia.
E da dove conviene ripartire se non dal rispetto dell’ambiente in cui viviamo!
In moltissimi (tra scienziati e teorici più o meno complottisti) ritengono infatti che quanto accaduto a livello globale all’inizio di quest’anno sia conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento dilagante e dello sfruttamento delle risorse naturali ridotte sempre più all’osso.
Ciò che è accaduto e le restrizioni che abbiamo affrontato devono condurci ad un futuro (che è già presente) sostenibile, rispettoso della natura e diretto ad evitare inutili sprechi di risorse.
In un contesto in cui il covid-19 ha inciso notevolmente sul sistema produttivo ed ha provocato strozzature alla liquidità aziendale di tutto il mondo, si fa sempre più strada la necessità di un orientamento verso un modello economico sostenibile e green.
Prima di parlare della direzione in cui si stanno muovendo le aziende italiane ed europee in tema di rispetto dell’ambiente è bene fare un passo indietro e spiegare sinteticamente cosa si intende per green economy ed economia circolare.
Green economy ed economia circolare richiamano il concetto di un sistema economico sostenibile, fondato su efficienza energetica, fonti rinnovabili, basse emissioni di CO2 ed innovazione digitale.
Insomma trattasi di un tipo di economia che si basa sul pieno rispetto dell’ambiente e su minori sprechi di risorse possibili. È allora possibile che il prodotto giunto al termine della sua vita possa essere riutilizzato ovvero riciclato, non impattando negativamente sull’ambiente.
L’economia circolare spezza un paradigma (quello dell’economia lineare che andremo a vedere a breve) e spinge l’azienda a guardare anche all’esterno del proprio ciclo produttivo.
Nella tradizionale economia lineare si ricerca la materia prima, la si prepara, utilizza e smaltisce perdendo il 90% delle risorse utilizzate per produrre il prodotto finale (come ad esempio una lavatrice o un’aspirapolvere o motori per auto). Le grandi aziende rivendono la metà dei rifiuti mentre le PMI solo il 25% ed il resto finisce in discarica con l’80% degli scarti delle merci prodotte.
Rigenerazione, ricondizionamento e riciclo sono invece le tre parole chiave attorno alle quali gravita l’economia circolare il cui ciclo di vita può essere così sintetizzato:
Nell’economia circolare, un po’ come in cucina, non si spreca nulla e si massimizza il recupero di prodotti ecocompatibili. Potremmo allora dire che il ciclo produttivo di queste risorse green e sostenibili va dalla culla alla culla, ossia dalla fase di progettazione della produzione sino alla raccolta-riutilizzo o riciclaggio (segui l’esempio della Alfa Srl leggendo il case history del link PIANO TRANSIZIONE 4.0
Oltre a fare qualcosa di concreto per la salvaguardia dell’ambiente, l’economia circolare comporta:
In Europa il tema della green economy e dell’economia circolare è molto caldo già da svariati anni. Si stima infatti che tale modello di economia sostenibile se replicato possa portare a un risparmio di 600 miliardi di Euro, riducendo sensibilmente le emissioni di gas serra. L’obiettivo europeo è quello di ridurre la produzione di rifiuti sino a non produrne del tutto (ad oggi finiscono nelle discariche ancora 800 milioni di tonnellate di rifiuti).
La legislazione europea sta pompando svariati miliardi di Euro in risorse, ricerca ed innovazione per stimolare l’avvio preponderante e su larga scala di un modello di economia circolare e sostenibile che si sostituisca definitivamente al modello di economia lineare.
Mentre grandi industrie stanno attuando cambiamenti e sono scese in campo per progettare il futuro in chiave green, altre (principalmente PMI più recalcitranti e resilienti al tema della bioeconomia rigenerativa) vivono tuttora ancorate al modello arcaico dell’economia lineare perché pongono ancora attenzione ai prezzi bassi di alcune materie prime, non comprendendo che le risorse non sono infinite ed inesauribili.
Tra le città europee guida la carica dell’economia circolare Amsterdam la quale si è distinta per aver fiutato ed appreso l’importanza di riutilizzare i componenti, ha capito per prima che i rifiuti possono essere fonte di reddito ed energia ed ha investito in questo settore creando numerosi posti di lavoro (nel solo settore dell’edilizia verde si attende un ritorno di 85 milioni di Euro da qui al 2040 con un aumento della produttività del 3%).
Si confida che l’esempio trainante di Amsterdam possa dare vita al fenomeno della simbiosi industriale, affinché lo spreco di qualcuno diventi materia prima di qualcun altro.
Il tema dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale è diventato pregnante pure nel nostro paese.
La Coldiretti stima che l’economia circolare abbia un giro d’affari di 88 miliardi di Euro. C’è così chi produce birra da scarti del pane, chi dai vinaccioli crea cosmetici viso e sieri antietà, chi ricava vernici per edilizia da uova e latte scaduti, chi borse home made da foglie delle pannocchie del mais.
Come visto in precedenza, lo scarto di produzione ha un costo per cui diventa fondamentale anche per le imprese italiane aderire ad una nuova economia dove le aziende possano risparmiare notevolmente nel loro bilancio, riducendo i costi energetici di svariati milioni di Euro e abbattendo altresì le emissioni di CO2.
Come sempre i giovani sono i più propensi all’innovazione, a portare nuove energie e nuove competenze per reinterpretare un comparto (quello agricolo) tradizionalmente considerato arcaico.
Anche la finanza agevolata è attenta al tema dell’ambiente e della sostenibilità BANDO ECONOMIA CIRCOLARE
Lo scorso 06/08/2020 il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato il decreto che definisce i termini e le modalità di presentazione delle domande di agevolazioni, in favore di progetti di ricerca e sviluppo (scopri di più cliccando sul seguente link INVESTIRE E USUFRUIRE DI FINANZA AGEVOLATA, per la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia circolare in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile, e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo.
Possono presentare le domande Imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, che presentano progetti singolarmente o in forma congiunta.
Di seguito una carrellata di progetti di ricerca e sviluppo interessati dal bando sull’economia circolare:
I requisiti di ammissibilità delle domande riguardano principalmente:
Dal 5 novembre 2020 le imprese potranno presentare, anche in forma congiunta, le domande volte ad ottenere l’agevolazione di finanza agevolata.
La procedura di pre-compilazione delle domande e degli allegati sarà disponibile dal 26 ottobre 2020.
Le agevolazioni finanziarie pubbliche ottenibili si possono così distinguere in finanziamenti agevolati del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI), per il 50% delle spese e dei costi ammissibili di progetto e in Contributi alla spesa, in misura del:
Le decisioni devono essere prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia, non la follia che distrugge, bensì quella che conduce l’essere umano a compiere il passo al di là dei propri limiti.
Paulo Coelho